Come nasce un vigneto in Franciacorta
dalla scelta del terreno alla messa a dimora delle barbatelle
Dietro ogni bottiglia di Franciacorta c’è un lavoro lungo e attento, che inizia molto prima della vendemmia. Tutto parte dal vigneto: è lì che si definisce la qualità del futuro vino. Ma come si realizza un nuovo impianto? E quali valutazioni guidano la scelta del luogo, della varietà e della struttura del vigneto?
- La scelta del terreno: microclima e suolo prima di tutto
La Franciacorta è un territorio unico, scolpito da antichi ghiacciai e definito da un mosaico di suoli morenici, sabbiosi, limosi e argillosi. La scelta del luogo dove impiantare una nuova vigna non è mai casuale: si valutano l’esposizione, l’altitudine, la composizione del suolo e la capacità di drenaggio. Anche la ventilazione naturale e la distanza dal Lago d’Iseo giocano un ruolo fondamentale nel determinare il microclima.
👉 Un terreno ben drenante, con buona presenza di scheletro e ricco in minerali, favorisce l’affinamento aromatico delle uve e la longevità dei vini.
Proprio in questi mesi, alla Montina stiamo impiantando due nuovi vigneti in due aree simboliche della Franciacorta: uno a Gussago, nella zona più orientale e collinare del territorio, e uno a Provaglio d’Iseo, in prossimità delle Torbiere e con una forte vocazione vitivinicola.
- Scelta del vitigno e del portainnesto
La DOCG Franciacorta ammette principalmente Chardonnay, Pinot Nero e, in misura minore, Pinot Bianco ed Erbamat. La scelta della varietà dipende dal progetto enologico e dalla vocazione del terreno.
A questa si abbina il portainnesto, selezionato in base al tipo di suolo e alla sua vigoria. Alcuni portainnesti sono più adatti a terreni calcarei, altri a suoli più umidi o sabbiosi. È una decisione tecnica fondamentale per la salute e la produttività della vigna.
- Preparazione del terreno
Prima della messa a dimora si lavora il terreno per garantire una buona ossigenazione e drenaggio:
- Scolmatura e scasso profondo (fino a 70 cm) per rompere eventuali compattazioni
- Correzione del pH e ammendamenti organici, se necessari
- Tracciatura precisa dell’impianto con picchettatura delle future barbatelle
- Distanze d’impianto e densità
In Franciacorta si opta solitamente per una densità medio-alta: 5.000–6.000 ceppi per ettaro, con distanza tra le file di 2,2 metri e spaziatura sulla fila di 0,7 metri.
Questa configurazione favorisce:
- una corretta esposizione alla luce,
- un buon arieggiamento (fondamentale per prevenire malattie fungine),
- un equilibrio vegeto-produttivo ideale per la qualità delle uve.
- Scelta della struttura di allevamento
Il sistema più diffuso in Franciacorta è il Guyot semplice, ideale per la meccanizzazione e per il controllo delle rese. In alcuni casi si impiega il cordone speronato, specie su Pinot Nero, per una gestione più agevole della chioma.
👉 Le strutture sono composte da pali in acciaio zincato o cemento e fili di ferro su cui si sviluppa la vegetazione. I primi due anni servono a impostare correttamente la pianta: solo dal terzo anno si ottiene una prima vendemmia utile.
- Tecniche agronomiche di nuova generazione
Alla Montina applichiamo tecniche di viticoltura integrata, a basso impatto ambientale, e adottiamo il metodo Simonit & Sirch per la potatura: un approccio rispettoso che prolunga la vita delle piante e previene l’insorgenza di malattie del legno.
Impiantare un vigneto non è solo un’operazione agricola: è una scelta che guarda al futuro, un investimento che porterà frutti per decenni. È qui che nasce la qualità, è qui che comincia la storia di ogni Franciacorta Montina.
2. Vigneto di Gussago
Vitigno piantato: Chardonnay, con una selezione di cloni che aiutano a dosare aromaticità e acidità.
Caratteristiche del suolo: il vigneto si sviluppa su suoli profondi, con scheletro da assente a comune, tessitura franca in superficie e franco-argillosa o franco-limosa-argillosa in profondità. La reazione è da neutra a subalcalina e il drenaggio mediocre. Questo profilo pedologico, tipico delle colline di Gussago, unito a una buona escursione termica, potrà favorire un’elevata espressione floreale e una maturazione equilibrata delle uve.

3. Vigneto di Provaglio d’Iseo
Vitigno piantato: Pinot Nero, scelto per valorizzare la freschezza e la tensione tipiche di questo territorio.
Caratteristiche del suolo: il vigneto sorge su suoli poco profondi, con substrato sabbioso-limoso ricco di ghiaie e ciottoli, scheletro abbondante e drenaggio rapido. La tessitura è franco-sabbiosa, la reazione subalcalina o alcalina. Le condizioni pedoclimatiche, unite alla vicinanza al lago e all’altitudine (330 m s.l.m.), favoriscono precocità di maturazione, alte gradazioni zuccherine e profili aromatici complessi, con note vegetali e speziate in primo piano.
Ogni scelta agronomica, dalla posizione del vigneto al clone selezionato, lascia un segno profondo nel vino che ne nascerà. Perché è proprio la relazione tra terra, clima e sapere umano a definire l’identità di un Franciacorta.
👉 Scopri come Montina valorizza questa connessione nel racconto di Forbes:
Montina Franciacorta, l’eleganza del territorio tra vigne e storia.