Cosa succede all’uva dopo la spremitura?
Le mille vite dell’uva che non diventa vino.
Finita anche quest’anno la vendemmia, gran parte della produzione d’uva è stata avviata alla lavorazione del vino.
Ciò che rimane dell’uva dopo la spremitura durante il processo di vinificazione è la vinaccia, composta principalmente delle bucce, dei semi e, in alcuni casi, dei raspi dell’uva.
Per valorizzare ogni parte del grappolo ed evitare sprechi, ci sono moltissimi utilizzi che donano nuova linfa al nostro frutto prediletto.
In Montina la maggior parte della vinaccia viene adoperata per produrre grappa.
Grappa Chardonnay e grappa Dei Dossi.
La prima è bianca e nasce dalle vinacce separate dai mosti ricavati dalla spremitura soffice degli acini. La distillazione in alambicchi tradizionali valorizza l’aroma del prodotto, che presenta profumi delicati, fruttati e dal gusto secco.
La Grappa dei Dossi è distillata artigianalmente in caldaiette di rame discontinuo a vapore, procedura che le dona piacevolezza ed eleganza. L’affinamento in barrique ne aumenta la complessità aromatica, esaltando i profumi dolciastri di vaniglia e frutta appassita.
Le nostre vinacce, ricche di polifenoli e antiossidanti, vengono impiegate anche nella produzione di creme e cosmetici naturali.
Da lì vengono infatti estratti i principi attivi della Linea Franciacorta dei cosmetici Bellavita, che comprende creme e trattamenti anti-età che proteggono la pelle dai radicali liberi e aiutano a preservarne l’aspetto giovanile, favorendo la rigenerazione cellulare.
Ci sono poi altre buone pratiche di riciclo della vinaccia che contribuiscono a una produzione più sostenibile e rispettosa dell’ambiente:
Alimentazione animale.
Le vinacce e altre parti dell’uva possono essere utilizzate come mangime per il bestiame, fornendo nutrienti aggiuntivi agli animali. Numerosi studi ne hanno infatti consigliato l’uso come macro-ingrediente per ottenere alimenti zootecnici economicamente vantaggiosi e naturalmente arricchiti da polifenoli e fibre alimentari.
Compost.
Le vinacce possono diventare compost o fertilizzante organico per i vigneti, chiudendo così il ciclo produttivo e rendendo le pratiche vitivinicole più sostenibili. Prive di elementi di origine animale, sono un’ottima base organica per concimi. Si ottiene così un composto con elevate quantità di nutrienti organici, elementi minerali e alto potere fertilizzante, grazie alla presenza di azoto.
Energia.
Gli scarti dell’uva possono essere trasformati in biogas per produrre energia rinnovabile. Si tratta di una fonte di energia alternativa che deriva dalla lavorazione di biomasse come rifiuti organici e residui agricoli. Il processo è legato ai batteri che decompongono la materia organica in gas, poi convertito in energia termica ed elettrica.
In Montina crediamo che ogni parte dell’uva meriti una seconda vita.
Questo impegno non solo riduce gli sprechi, ma ci permette di valorizzare appieno la ricchezza della natura, contribuendo a un ciclo virtuoso che rispetta l’ambiente e promuove il benessere.
Insomma, la nostra uva resta sempre una grande risorsa da non sprecare, anche quando non diventa un Franciacorta Montina.